Gli Stati membri voteranno la sconcertante proposta il 12 ottobre 2023. (Food&Tec)

Dopo il controverso e irrazionale parere dell’ESFA, la Commissione europea ha proposto il rinnovo dell’autorizzazione per 10 anni del dannosissimo erbicida glifosato. Molti studi, infatti, attestano che la sostanza è genotossica, neurotossica, danneggia il microbioma intestinale e provoca gravi danni al suolo, alla vita acquatica e alla biodiversità.
Il Regolamento di esecuzione è stato inviato agli Stati membri e pubblicato nel registro dei documenti della comitologia. La discussione con gli Stati inizierà venerdì 22 settembre con l’obiettivo di approvare il Regolamento in ottobre. La proposta prevede:

  • il divieto dell’uso della sostanza per il disseccamento del raccolto, pratica invalsa in alcuni Paesi dell’Unione ed extra UE, grandi produttori di cereali. 
  • fasce tampone nei campi di almeno 5-10 m.
  • la riduzione al minimo dell’uso di prodotti fitosanitari contenenti glifosato o vietato in parchi e giardini pubblici.

Per altri usi in pre-raccolta, starà allo Stato membro decidere se sono in linea con le buone pratiche.

In UE la licenza dell’erbicida più usato in agricoltura, è stata rinnovata l’ultima volta nel 2017 per 5 anni, invece dei canonici 15, dopo una lunga disputa politica e scientifica iniziata dalla classificazione della sostanza come “probabilmente cancerogena” dallo IARC dell’OMS. 
L’attuale licenza scade il 15 dicembre.

Le reazioni delle associazioni

“La Commissione europea si appresta a presentare la domanda di rinnovo di licenza del glifosato in tempi brevi per evitare il dibattito pubblico”: è la grave accusa del Pesticide Action Network che ha reso pubblica la valutazione preliminare della Commissione europea sull’erbicida da anni al centro delle polemiche.
Secondo il documento, seguendo il parere dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche sulla non cancerogenicità della molecola, e quello dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare che non ha individuato “aree critiche” di preoccupazione, l’Esecutivo UE presenta la sua proposta di rinnovo di licenza per la sostanza raccomandando agli Stati alcuni piccoli accorgimenti per certi usi. In generale, il documento indica che le lacune nei dati segnalate dall’EFSA non sono “critiche” per il rinnovo dell’autorizzazione. Ma il parere integrale dell’Autorità, evidenzia il Pesticide Action network, non sarà diffuso prima di ottobre.

“Nel tentativo di evitare il controllo scientifico e pubblico del lavoro dell’EFSA – accusa il PAN – la Direzione Generale Salute della Commissione europea sta accelerando la procedura decisionale in segreto con gli Stati membri, e sta cercando di rinnovare la licenza eludendo qualsiasi controllo pubblico”.

“Gli interessi dell’industria prevalgono chiaramente sulla salute e sull’ambiente. La legge UE sui pesticidi – ha dichiarato Angeliki Lysimachou, Responsabile Scienza e Politica presso PAN Europe – è stata violata e i cittadini di tutti i Paesi dell’UE saranno indignati da questa notizia”. Infatti, sottolinea il Pesticide Action Network Europe “cinque anni fa un milione di cittadini chiesero formalmente il divieto e un recente sondaggio d’opinione IPSOS in 6 Paesi dell’UE mostra che solo solo il 14% dei cittadini è d’accordo con un uso prolungato“.

Pochi giorni fa Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere al Governo Meloni di votare contro la nuova autorizzazione: “Questo erbicida, brevettato dalla Monsanto e commercializzato da aziende come la Bayer è stato introdotto in agricoltura negli anni ‘70 del secolo scorso ed è il più usato a livello mondiale. È una delle principali cause di contaminazione delle acque, con impatti sulla biodiversità. Inoltre, studi sempre più numerosi evidenziano i rischi del glifosato per la salute umana: è stato classificato come probabile cancerogeno per gli esseri umani”.
In particolare, Greenpeace ha citato la posizione dello IARC, che nel 2015 aveva classificato il glifosato come probabilmente cancerogeno per gli esseri umani e ha riportato anche la posizione di numerosi studi indipendenti, che hanno evidenziatodiversi effetti negativi del glifosato sull’ambiente e sulla salute umana.
Ma ha citato anche la posizione dell’EFSA, che lo scorso luglio ha reso nota la sua valutazione del rischio sul glifosato, riscontrando allo stesso tempo l’assenza di “aree critiche di preoccupazione” e “lacune dei dati”.
L’Organizzazione ambientalista, inoltre, ha richiamato l’attenzione sul nuovo rapporto di Générations Futures, secondo cui l’EFSA e l’ECHA, nelle loro valutazioni, non hanno tenuto conto di una serie di studi scientifici sugli effetti negativi del glifosato, e sul Rapporto consultivo scientifico del Consiglio Superiore di Sanità del Belgio del 2020, secondo cui “esistono prove sufficienti per vietare l’utilizzo dell’erbicida“.

Share this content: