Una scheda Inail si sofferma sull’invecchiamento della popolazione attiva e propone una lettura del fenomeno a partire dai dati del sistema di sorveglianza delle malattie professionali Malprof. I dati e le malattie più diffuse. (Puntosicuro)

In Italia e in Europa i lavoratori anziani sono sempre più una parte rilevante della forza lavoro e la gestione della loro salute e sicurezza sta diventando una priorità per le politiche nazionali ed europee.

Ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce come lavoratore che invecchia (aging o ageing) il lavoratore che ha superato l’età di 45 anni e come lavoratore anziano (aged) chi ha oltre 55 anni.

Riguardo alla struttura del mercato del lavoro dell’UE e ai cambiamenti dal 2010 al 2021, uno degli aspetti rilevanti “è la quota crescente di occupati di età compresa tra 55 e 64 anni, gruppo che nel 2010 rappresentava il 12,5% del totale degli occupati (15 – 64 anni), salendo al 19,0% nel 2021”.

A ricordarlo è una nuova scheda (Scheda 9) del sistema di sorveglianza delle malattie professionali, dal titolo “Invecchiamento della popolazione attiva: una lettura del fenomeno a partire dai dati del sistema Malprof – Scheda 9” che, dopo una ricognizione sui dati occupazionali nel mercato europeo, effettua “un’analisi dei dati del sistema nazionale di sorveglianza Malprof, focalizzandosi in particolare sull’insorgenza di specifiche patologie professionali nei lavoratori anziani, anche considerando i principali settori economici e le professioni di occupazione”. I dati dei lavoratori vengono poi confrontati con quelli dei restanti lavoratori, anche in ottica di genere, e tramite l’analisi dei PRR (proportional reporting ratio) “viene stimata l’associazione delle diverse malattie professionali con le differenti fasce di età (under o over 55 anni)”.

L’articolo di presentazione della scheda si sofferma sui seguenti argomenti:

Scheda MalProf: i dati sull’invecchiamento dei lavoratori

La scheda – a cura di P. Montanari, D. De Santis, A. Pizzuti e G. Campo (Inail, Dimeila), M.R. Monaco (Asl2 Abruzzo – UOC Spsal – Chieti) e D. Talini (CeRIMP – Regione Toscana) – ricorda che nel 2021 nell’UE-27 la quota di occupati sulla popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni era del 73,1% (dati Eurostat).

Riguardo poi all’età, in Italia si è registrato un aumento dei lavoratori over 55, probabilmente “in relazione ad un percorso di modifiche previdenziali cominciato dopo la metà degli anni 90 e arrivato al 2011 con la riforma Fornero che ha innalzato la soglia per la pensione di vecchiaia a 67 anni e quella per la pensione di anzianità a 42 anni di contributi”. E considerando anche il genere e sempre riferendosi al periodo 2010 – 2021, “in Italia nella fascia di età over 55 si è registrato un incremento più sensibile tra le donne (dal 10,6% al 20,9% della forza lavoro) che tra gli uomini (dal 11,4% al 19,1%)”.

Si indica poi che in Italia con l’ invecchiamento della popolazione lavorativa “sono stati rilevati incrementi di limitazioni e di non idoneità alla mansione espresse dal medico competente nel corso della sorveglianza sanitaria, soprattutto per lavoratori ‘anziani con malattia’, in particolare se addetti a mansioni faticose o impegnative. Conseguentemente risultano aumentate nelle fasce di età più avanzate anche le malattie correlate al lavoro”.

Riprendiamo dalla scheda due delle tante tabelle di dati presenti e tratte dalla banca dati del sistema di sorveglianza Malprof:

Scheda MalProf: le malattie più diffuse

Riguardo poi alla ICD, la classificazione internazionale delle malattie, si indica che “tra i lavoratori anziani si osservano più frequentemente le entesopatie periferiche (12.973 segnalazioni), le patologie dei dischi intervertebrali (10.959 segnalazioni; non in tabella) e la perdita dell’udito (9.038 segnalazioni; non in tabella); queste tre voci ICD comprendono oltre il 52% delle segnalazioni con nesso di causa positivo. Per quanto riguarda le malattie muscolo-scheletriche si nota una maggiore prevalenza nella fascia 55 e oltre per le spondilosi e le artrosi”.

Si segnala che le malattie muscolo-scheletriche “più legate a fenomeni di usura protrattisi nel tempo si rilevano soprattutto a carico dei soggetti più anziani mentre i disturbi più legati a fenomeni acuti, indotti per esempio da attività che comportano la movimentazione manuale dei carichi o movimenti ripetuti, si riscontrano maggiormente nella fascia più giovane”. E anche per le malattie respiratorie “le affezioni croniche risultano presenti soprattutto fra i soggetti più anziani, a differenza delle malattie respiratorie su base allergica che colpiscono i più giovani”.

Inoltre i tumori e le pneumoconiosi “si rilevano soprattutto nei soggetti più anziani sia per il periodo di latenza dalle esposizioni, spesso molto lontane nel tempo e non più esistenti, che per la non tempestiva associazione della malattia con l’attività lavorativa in fase di diagnosi”.

Per ciò che riguarda le neoplasie – continua la scheda – “persiste peraltro uno stato di sotto-notifica, riconducibile a diverse ragioni: multifattorialità delle cause tumorali, per cui il ruolo delle esposizioni occupazionali si confonde con quello di altri agenti extra-lavorativi (in primis fumo di sigaretta); impossibilità di distinguere istologicamente una neoplasia professionale da una non di origine lavorativa; carente valutazione del rischio cancerogeno nelle realtà produttive; scarse conoscenze da parte dei medici sulla genesi occupazionale delle patologie neoplastiche e sulle complesse procedure di segnalazione delle malattie professionali.

Scheda MalProf: la riduzione delle capacità e la prevenzione

Rimandiamo alla lettura integrale della scheda, che riporta molte altre informazioni, anche connesse alla distribuzione per professioni e classi d’età, e ci soffermiamo sulle conclusioni degli autori.

Si indica che con l’avanzare dell’età “tendono a ridursi alcune capacità individuali, principalmente fisiche e sensoriali, e si vedono aumentare malattie croniche, come i tumori e i disturbi muscolo-scheletrici, spesso favoriti dalla pregressa esposizione”.

Inoltre concentrando l’attenzione sulle malattie correlate al lavoro prevalenti tra i lavoratori anziani, e distinguendole per genere, “le malattie professionali degli over 55 registrate nel sistema Malprof aumentano per gli uomini dal 44,3% al 62,6% (+41%) e per le donne ancora più sensibilmente, dal 29,3% al 45,7% (+56%)”.

L’analisi del Proportional Reporting Ratio (PRR) indica poi come “maggiormente associati agli over 55 i gruppi delle malattie tumorali e respiratorie”.

In conclusione si sottolinea che le informazioni riportate in merito ai rischi dei lavoratori anziani “potranno essere utili per la progettazione di programmi, campagne ed altre iniziative capaci di sensibilizzare datori di lavoro e lavoratori su specifiche misure di prevenzione e condurre a un miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro di questa fascia di lavoratori sempre più rilevante”.

Inoltre le analisi dei dati consentono anche di “evidenziare le tendenze del fenomeno in modo da valutare l’efficacia delle attività di prevenzione e contribuire ad identificare le attività lavorative, e i relativi rischi, che richiedono particolare attenzione in termini di sorveglianza sanitaria e vigilanza”.

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