Il cioccolato ai funghi allucinogeni è un rischio per i bambini?
Per ora si tratta di poche decine di casi, nessuno dei quali grave né, tantomeno, mortale. (Il fatto alimentare)
Per ora si tratta di poche decine di casi, nessuno dei quali grave né, tantomeno, mortale. Ma gli accessi al pronto soccorso per ingestione, da parte di bambini, di caramelle e cioccolata contenenti psilocibina, il principio attivo dei cosiddetti ‘funghetti’ o ‘funghi allucinogeni’, e capaci di indurre gli effetti tipici delle sostanze psichedeliche, sta portando alla luce una realtà sommersa e un mercato illegale.
La storia, raccontata dal Guardian, riguarda gli Stati Uniti, dove i casi tra gli under 12 sono stati 12 nel 2022 e 22 nei primi quattro mesi del 2023, dove iniziano a esserci le prime, timide autorizzazioni per un uso terapeutico della psilocibina e dove altre sostanze analoghe quali la ketamina e l’Mdma (principio attivo dell’ecstasy) stanno concludendo un lungo percorso che potrebbe portare all’approvazione per disturbi quali lo stress post traumatico o la depressione resistente ai farmaci. Dopo un oblìo durato decenni, c’è infatti un rinnovato interesse per le sostanze psichedeliche in tutto il mondo, sostenuto da risultati di studi clinici molto promettenti e, per questo, iniziano ad arrivare i primi via libera per alcune formulazioni farmaceutiche, di solito per persone con più di 21 anni. Accanto a questo, alcuni stati americani hanno depenalizzato i funghi del genere Psilocybe. Ma, con le prime concessioni, stanno arrivando anche le prime situazioni critiche come, appunto, la messa in commercio di prodotti quasi mai esplicitamente autorizzati e certamente non destinati ai bambini, come già accaduto con il principio attivo della cannabis, il Thc, contenuto in dolci di vario tipo.
Nel caso della psilocibina, però, ci sono due aggravanti: prodotti come il cioccolato Polkadot Bars, One-Up Bars, Holy Grail Bars e Magic Bars e le caramelle Mushie Gummies, disponibili in vari gusti tra i quali quello al Ferrero Rocher, al Twix o alla frutta, sono venduti spesso sottobanco nei negozi che offrono cannabis o in piccoli chioschi per strada, ma anche senza nessuna limitazione su Amazon. Inoltre sono sempre confezionati con involucri coloratissimi che richiamano il trip, cioè le allucinazioni visive indotte dall’assunzione degli psichedelici, e del tutto privi di sistemi di sicurezza: una tentazione quasi irresistibile per un bambino che trovi uno di questi dolci in casa e che potrebbe essersi incuriosito anche a vedendo uno dei post sui social media (soprattutto Instagram e TikTok) che sempre più spesso promuovono, non si sa quanto ingenuamente, questi prodotti.
Inoltre, uno degli aspetti che preoccupano maggiormente sono le dosi di psichedelici presenti in caramelle e cioccolato: estremamente variabili ed espresse – quando lo sono – in unità di misura poco comprensibili. Se infatti non mancano i consigli in base all’intensità del trip che si vuole raggiungere – da uno a tre quadratini di cioccolato per ‘stimolare la mente’, da quattro a nove per una dose ‘terapeutica’ e da 10 a 15 per un trip ‘divino’ – c’è poca chiarezza sulla concentrazione presente nel cioccolato: una barretta standard di Polkadot, secondo quanto dichiarato sulla confezione, contiene 800 milligrammi di ‘miscela magica’, che probabilmente corrisponde alla psilocibina, ma altri dichiarano di contenere 4 grammi di funghi (interi), senza specificare quali o in che forma. Accanto ai marchi più popolari ce ne sono poi decine di altri, spesso prodotti e venduti a livello locale, sui quali le informazioni sono ancora più frammentarie e inaffidabili e il cui contenuto può anche comprendere analoghi sintetici della psilocibina.
Per quanto riguarda le intossicazioni dei bambini, la buona notizia è che i funghi si confermano tra le sostanze psicotrope più sicure in assoluto (come già ampiamente visto tra gli adulti): non c’è mai stato alcun caso grave, neppure dopo ingestioni di grandi quantità (per esempio, di un’intera tavoletta di cioccolato). Del resto, come ricorda sempre il Guardian, l’abitudine a ingerire funghi psicoattivi arriva da lontano, così come gli incidenti tra i bambini: già nel 1799 in una lettera inviata al London Medical and Physical Journal, il dottor Edward Brande illustrava il caso del figlio di otto anni intossicato da un piattino da tè di funghi, che era caduto in uno stato di stupore intervallato da risate, durato alcune ore. E infatti oggi come allora non ci sono provvedimenti o farmaci specifici da assumere, ma è necessario vigilare attentamente fino a quando l’effetto non sia svanito. L’alterazione di coscienza, nei bambini più potente rispetto agli adulti, sia per questioni di dosaggio, sia perché l’immaginazione nei più piccoli è di per sé molto più vivida, potrebbe esporli al rischio di incidenti, e le allucinazioni, che possono avere per oggetto mostri, astronavi, dinosauri o insetti giganti, possono risultare davvero spaventose e terrorizzare il bambino.
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