Come l’industria agrochimica occulta la tossicità dei pesticidi. Nuovi studi
I colossi dell’industria agrochimica occultano sistematicamente la tossicità dei pesticidi – per la salute pubblica, gli animali e l’ambiente – alle autorità chiamate a valutare i relativi rischi, in vista delle autorizzazioni al loro impiego. (Gift)
1) Tossicità dei pesticidi e procedure di autorizzazione
La tossicità per gli organismi viventi è caratteristica distintiva della maggior parte delle sostanze attive destinate all’impiego in agricoltura come pesticidi (categoria che comprende erbicidi, fungicidi, insetticidi, rodenticidi, anticrittogamici, nematocidi, acaricidi, fitoregolatori).
Le procedure di approvazione all’impiego di tali sostanze si basano perciò, in UE come in USA, su una valutazione di sicurezza che comprende le analisi di tossicità ed ecotossicità dei pesticidi. Analisi per lo più eseguite o commissionate, si noti bene, dagli stessi produttori.
I produttori in ogni caso – al momento della richiesta di autorizzazione o del suo rinnovo – devono presentare alle autorità un dossier che comprenda tutti gli studi fino a quel momento da chiunque eseguiti sulla tossicità di una sostanza attiva (pesticidi, erbicidi, etc.).
2) Studi di tossicità dei pesticidi occultati, lo studio scientifico svedese
I ricercatori svedesi (Mie et al., 2023) si sono focalizzati su un tipo di tossicità dei pesticidi, la neurotossicità nella fase di sviluppo delle strutture e funzioni del sistema nervoso. Per verificare se gli studi sulla developmental neurotoxicity (DNT) delle sostanze attive – presentati dall’industria agrochimica alla U.S. Environmental Protection Agency (EPA) – siano stati divulgati anche alla European Food Safety Authority (EFSA).
35 studi sulla neurotossicità di alcune sostanze attive nella fase di sviluppo dei neuroni sono stati presentati alle autorità USA, ma 9 di essi – cioè il 26%, più di uno su quattro – non sono stati trasmessi dagli stessi colossi dell’agrochimica alle autorità UE. I quali hanno così occultato la tossicità di pesticidi che in almeno 7 casi, tra i 9 identificati, avrebbe avuto impatto normativo (autorizzazione, condizioni e limiti d’impiego).
2.1) Test di neurotossicità nella fase di sviluppo
I test di neurotossicità nella fase di sviluppo (developmental neurotoxicity, DNT) seguono apposite linee guida tecniche, sviluppate in sede OECD per valutare la tossicità delle sostanze chimiche, pesticidi inclusi. (3) I test in vivo comportano l’esposizione quotidiana di ratti femmina a una sostanza attiva, a diverse dosi, durante la gravidanza e l’allattamento. La prole viene valutata per le alterazioni neuropatologiche e comportamentali.
Le patologie neurologiche indotte dalla tossicità dei pesticidi vengono misurate su:
- struttura cerebrale. Esame quantitativo (dimensioni dei diversi strati cerebrali, morfometria) e qualitativo (analisi delle lesioni, istopatologia),
- funzioni comportamentali. Attività motoria e sua abituazione, riflesso di startle uditivo, apprendimento e memoria, l’ontogenesi di almeno due comportamenti.
2.2) Neurotossicità dello sviluppo, i limiti dei test in vivo sui roditori
I limiti dei test in vivo sui roditori, per quanto attiene alla neurotossicità dello sviluppo, sono legati all’esiguo numero delle funzioni comportamentali valutate. Effetti tossici significativi possono perciò rimanere inosservati.
La sensibilità degli esseri umani è in alcuni casi maggiore, anche in misura sostanziale, rispetto alle dosi somministrate ai roditori. La valutazione basata sui test condotti sui roditori può dunque sottostimare il rischio per l’uomo. (4)
Gli studi di developmental neurotoxicity (DNT) risultano in ogni caso utili a dimostrare che un composto possa disturbare lo sviluppo neurologico e devono perciò venire sempre considerati nella valutazione della tossicità dei pesticidi.
2.3) Doveri di informazione sulla tossicità dei pesticidi
La legislazione europea – Regulation (EU) No 1107/2009 (concerning the placing of plant protection products on the market), Directive 91/414/EEC (concerning the placing of plant protection products on the market) – impone agli operatori dell’industria agrochimica di:
– fornire tutti gli studi di tossicità dei pesticidi, ivi inclusi i DNT (ove disponibili) e quelli che, considerati isolatamente, non indichino effetti avversi significativi o degni di nota,
alla presentazione della domanda di autorizzazione (o rinnovo) della sostanza attiva,
– informare immediatamente gli Stati membri ove i ‘plant protection products’ (PPP) sono commercializzati, dopo l’autorizzazione alla loro immissione in commercio, ogni qualvolta nuove informazioni suggeriscano che i criteri di approvazione potrebbero non essere più soddisfatti.
2.4) Occultamento della tossicità dei pesticidi e frodi scientifiche
Bayer-Monsanto e Syngenta – due delle Big 4, i monopolisti globali dell’industria agrochimica (5) – sono i primi ad avere occultato in UE gli studi sulla tossicità dei loro pesticidi. A seguire Nissan Chemicals e Ishihara Sangyo Kaisha (ISK) e altri, tra cui l’italiana Finchimica S.p.A.
Le 9 sostanze attive i cui studi sulla neurotossicità allo sviluppo (DNT) nascosti a EFSA (European Food Safety Authority) sono abamectin, buprofezin, ethoprophos, fenamidone, fenamiphos, fluazinam, glifosate (trimesium salt), pymetrozine, pyridaben.
2.5) Tossicità nascoste, il caso delle mele in Val Venosta
‘Il seguente esempio illustra come la mancata divulgazione impedisca alle autorità di proteggere un gruppo di popolazione vulnerabile: il fungicida fluazinam è tra i pesticidi più utilizzati nella produzione intensiva di mele in Alto Adige, nel nord Italia. (6) Il fluazinam è stato anche tra i pesticidi più frequentemente rilevati in campioni di erba provenienti da parchi giochi per bambini situati in prossimità di meleti e vigneti esaminati in quest’area nel 2017 e nel 2018, apparentemente a causa della deriva degli spruzzi, della volatilizzazione e/o attraverso la polvere contaminata. (7)
Nei 24 siti esaminati, il composto è stato rilevato in sette località durante il campionamento primaverile, in dodici località in estate e in nessuna in autunno e inverno. Questi dati suggeriscono un’esposizione diretta (non intenzionale) dei residenti in un’area ad uso intensivo. Non divulgando lo studio DNT, dal 2005 le aziende [ISK,Finchimica, ADAMA Makhteshim, ndr] hanno privato le autorità dell’UE e, in questo caso, dell’Italia, della possibilità di valutare se tale esposizione sia sicura per lo sviluppo cerebrale dei bambini residenti’ (Mie et al., 2023). (8)
3) Frodi scientifiche e omissioni
I ‘Monsanto papers’ pubblicati da Carey Gillam hanno rivelato come il colosso dell’agrochimica – pur avendo da decenni esatta conoscenza dei gravi rischi per la salute pubblica correlati all’esposizione al glifosate – li avesse deliberatamente nascosti alle autorità e agli agricoltori. (9) Il gruppo Bayer-Monsanto ha perciò subito alcune condanne, in USA, ed è tuttora alle prese con una serie di class action. (10) Gli studi falsificati prodotti da Bayer per il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato in UE, viceversa, sono ancora impuniti. (11)
Le omissioni e frodi scientifiche sulla tossicità dei pesticidi finora emerse sono peraltro, con ogni probabilità, solo la punta dell’iceberg dei veleni del pianeta. Considerato che lo studio svedese è il primo a esaminare in via sistematica gli studi relativi a un solo tipo di tossicità (DNT), e altre frodi scientifiche sono già emerse. Si ricorda tra queste l’esecuzione di test sulla tossicità del glifosate a dosi d’impiego inferiori di almeno la metà rispetto alle prassi agricole in uso. (12) Senza dimenticare le strategie di viral deception per occultare il genocidio di api e impollinatori causato dai neonicotinoidi. (13)
3.1) Regole e vuoti normativi
Transparency Regulation (EU) No 2019/1381 ha introdotto l’obbligo per gli operatori economici, i laboratori e gli altri centri di prova di notificare a EFSA tutti gli studi a eseguirsi – a decorrere dal 27 marzo 2021 – in vista di una domanda o una notifica in relazione alla quale il diritto UE prevede un parere scientifico dell’Autorità (es. tossicità dei pesticidi, OGM, ma anche additivi alimentari, novel food).
Le nuove richieste di autorizzazione (o notifiche di immissione di prodotti nel mercato UE) non sono considerate valide o ammissibili se gli studi a loro supporto non siano stati precedentemente notificati a EFSA, a meno che il richiedente o il notificante non fornisca una valida giustificazione per la mancata notifica di tali studi (reg. CE 178/02, nuovo articolo 32b).
3.2) Tossicità nascoste e rinnovi privi di valutazione del rischio
L’obbligo di notifica degli studi di tossicità dei pesticidi introdotto nel
‘Transparency Regulation’, si noti bene, non ha efficacia retroattiva. Tale norma non è perciò in grado di correggere eventuali distorsioni nelle valutazioni eseguite da EFSA sulla base di dossier incompleti, allorché gli studi occultati siano stati avviati prima del 27 marzo 2021.
Tra le 318 sostanze attive oggi approvate in UE – microrganismi, sostanze di base e sostanze a basso rischio escluse – solo 4 sono state approvate per la prima volta negli ultimi 5 anni. E dunque:
– almeno il 98,3% dei dossier può essere viziato da omissione di dati sulla tossicità dei pesticidi già autorizzati. E inoltre,
– il 33% dei rinnovi di autorizzazione delle sostanze attive non è preceduto dalla rivalutazione del rischio. Il glifosate è solo uno dei 135 casi. (15)
3.3) Studi di verifica, l’eccezione anziché la regola
Il legislatore europeo – incurante delle le frodi scientifiche già ampiamente emerse, per occultare le tossicità dei pesticidi (v. sopra, par. 3) – si è limitato a prescrivere che gli studi da allegate alle domande di autorizzazione siano eseguiti nel rispetto delle GLP (Good Laboratory Practices). E poiché tali studi possono venire eseguiti nei laboratori degli stessi richiedenti o in altri laboratori privati da essi scritturati, il rischio di loro distorsione ‘a servizio del risultato’ è lapalissiano.
Lo studio scientifico in esame (Mie et al., 2023) riporta alcuni esempi, tra i quali la comunicazione fuorviante dei risultati sulla neurotossicità del clorpirifos. (16) Ma il ‘Transparency Regulation’ si limita a prevedere che la Commissione, soltanto ‘in circostanze eccezionali di gravi controversie o risultati contrastanti, può chiedere all’Autorità di commissionare studi scientifici con l’obiettivo di verificare le prove utilizzate nel suo processo di valutazione del rischio’ (Verification studies. Nuovo articolo 32.d al reg. CE 178/02).
3.4) Esigenze di riforma
La ricerca in esame (Mie et al., 2023) propone quindi una riforma delle regole vigenti, affinché gli studi di tossicità dei pesticidi siano eseguiti e/o commissionati a
– strutture pubbliche (es. laboratori di riferimento, università),
ovvero a
– laboratori di analisi privati (in tal caso, previa dimostrazione di assenza di conflitti d’interesse, vale la pena aggiungere),
– dalle autorità di regolamentazione anziché dagli operatori economici. Con il recupero dei costi presso le aziende che richiedono l’approvazione.
Solo ‘questo approccio può evitare che l’interesse dello sponsor influisca sull’esito degli studi di tossicità e sulle sfide associate alla valutazione della sicurezza dei pesticidi e alla salute pubblica (…). Soluzioni simili sono state proposte per i test di sicurezza ed efficacia dei farmaci’. (17)
4) Paraquat e Parkinson’s disease, le correlazioni occultate da Syngenta
I crimini di Big Ag nel sistematico occultamento di studi e dati sulla tossicità di pesticidi, erbicidi e altri agrotossici trovano ulteriore conferma nelle strategie adottate da Syngenta per nascondere le correlazioni tra l’esposizione al weed-killer paraquat e l’insorgenza della malattia di Parkinson. (18) Una serie di documenti interni – rivelati nel 2022 da The Guardian e New Lede – dimostrano che Imperial Chemical Industries (UK), poi Chevron Chemical (US) e Syngenta (CH), già nel 1975 avevano le prove che il paraquat poteva accumularsi nel cervello umano. (19)
I colossi dell’agrochimica hanno però attuato la strategia ‘Freedom to sell’ – che integra frodi scientifiche, relazioni opache con le autorità regolatorie, interventi legali, viral deception, a livello planetario – per proseguire le vendite del micidiale erbicida e contestare le evidenze sulla sua grave tossicità, che ha condotto al suo divieto sia nel Paese produttore (Svizzera), sia in UE. E le restrizioni al suo solo impiego professionale in USA non sono bastate a mitigare l’epidemia di Parkinson’s disease, la cui prevalenza è più che raddoppiata tra il 1990 e il 2015. Ed è oggi la malattia neurologica in più rapida crescita a livello globale, mentre il paraquat continua a venire utilizzato in vari continenti (1,19).
5) Conclusioni provvisorie
Gli agricoltori e le loro famiglie sono le prime vittime della tossicità – spesso occultata, come si è visto – di pesticidi, erbicidi e fungicidi che inquinano i suoli, le acque (superficiali e sotterranee) e l’atmosfera, con ‘effetto deriva’ (pesticides drift) su lunghe distanze, come dimostrato anche nelle coltivazioni di mele in Trentino Alto Adige (Favaro et al., 2019). (20)
Chi dovrebbe rappresentare gli agricoltori continua però a privilegiare gli interessi in conflitto dei monopolisti di pesticidi e sementi, forse anche perché la rivendita di questi input da parte dei consorzi agrari iscritti alle confederazioni agricole è ben più remunerativa delle attività agricole. (21) Ettore Prandini – presidente di Coldiretti, in Copa-Cogeca – è giunto a commentare le proposte ‘Sustainable Use and Reduction of Pesticides Regulation’ (SUR) e ‘Nature Restoration Law’ (NRL) come ‘norme ideologiche e prive di basi scientifiche’ (22,23,24). Ogni ulteriore commento è superfluo.
Share this content: