La nuova campagna dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) punta i riflettori, tra le altre cose, su una malattia ancora poco nota, l’Echinococcosi, che si trasmette dagli animali all’uomo ingerendo alimenti contaminati. (Efsa)

Gustare piatti freschi è un piacere. Prevenire intossicazioni alimentari è scienza. È questa la nuova campagna promossa dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) in collaborazione con il Ministero della Salute per celebrare la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, il 7 giugno. Un appuntamento che vuole evidenziare il ruolo fondamentale della scienza e le direttive formulate dagli esperti dell’EFSA, grazie a cui il cibo sulle nostre tavole è controllato e sicuro. Una maggiore informazione, una consapevolezza maggiormente diffusa sono altrettanto indispensabili tra le mura domestiche perché anche il nostro comportamento quotidiano nel maneggiare gli alimenti è di fondamentale importanza nella prevenzione e nel perseguimento della sicurezza alimentare.

“La nostra campagna #EUChooseSafeFood – dichiara Alberto Spagnolli, Senior Policy Advisor dell’EFSA -, quest’anno coinvolge un numero sempre più elevato di Paesi e di esperti europei, impegnati ormai da vent’anni al nostro fianco nell’analisi dei rischi in tutte le fasi della catena alimentare. L’intento di questa terza edizione della campagna è proprio quello di far comprendere ai cittadini quanto importante sia il lavoro degli esperti scientifici, per rendere sicuro il cibo sulle nostre tavole e al tempo stesso di aiutarli a sviluppare consapevolezza e senso critico rispetto alle scelte che compiono quotidianamente in materia di alimentazione”.

La campagna durerà fino a settembre e avrà un particolare focus sull’Echinococcosi, malattia di origine alimentare poco conosciuta in Italia, anche se molto diffusa rispetto al resto dell’Europa. Ne abbiamo parlato con Giovanna Masala, dirigente veterinario all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”. È responsabile del Laboratorio di Sierologia Speciale, del Centro Nazionale di Riferimento per l’Echinococcosi e del Laboratorio Internazionale di Riferimento WOAH per l’Echinococcosi.

Che cos’è l’Echinococcosi cistica?

“È una malattia trasmessa dagli animali all’uomo, causata dalla forma larvale di Echinococcus granulosus, un verme piatto appartenente alla famiglia delle Tenie. Il ciclo biologico di questo parassita prevede un ospite definitivo (carnivori domestici e selvatici, principalmente cani nel cui intestino tenue si localizza il verme adulto) e un ospite intermedio (ruminanti domestici e selvatici, suidi, equidi, lagomorfi, uomo ed altri primati). Gli ospiti intermedi si possono infettare ingerendo le uova rilasciate nell’ambiente dall’ospite definitivo con le feci. Gli ospiti intermedi, dunque, ospitano lo stadio larvale del parassita, detto “cisti di echinococco” che si localizza in numerosi organi ed apparati e principalmente a livello di fegato e polmoni provocando la patologia nota con il nome di Echinococcosi Cistica”. 

È una malattia pericolosa? Ci sono malattie alimentari più pericolose di altre?

“Sicuramente le tossinfezioni alimentari hanno tutte un certo grado di pericolosità. L’EC è caratterizzata dal fatto che le manifestazioni cliniche nei pazienti sono in relazione all’organo interessato dalle lesioni cistiche che appare danneggiato o le cui funzioni vengono alterate. Le cisti si localizzano prevalentemente nel fegato (50-80 per cento) ma anche nel polmone e in minor misura nella milza, nei muscoli, nell’apparato scheletrico, nei reni, nell’encefalo e nel cuore. Le dimensioni delle cisti sono variabili, ma in generale crescendo lentamente rimangono silenti e potrebbero non dare segni o sintomi specifici per 10/15 anni. Le infestazioni contratte in età giovanile si possono rivelare dopo anni. I sintomi potrebbero comparire se la cisti raggiunge dimensioni di oltre 10 cm di diametro occupando lo spazio anatomico e danneggiando la zona adiacente. Le complicazioni più frequenti sono la compressione di strutture adiacenti alla cisti e la rottura della cisti stessa. La mortalità per EC è normalmente dovuta alle complicanze e viene riportata nel 2-4 per cento dei casi”. 

Quindi è possibile contrarre l’infezione senza accorgercene? 

“Certo, nel caso dell’echinococcosi cistica l’uomo è considerato un ospite aberrante e contrae la malattia per ingestione accidentale delle uova con verdure crude contaminate o in conseguenza di uno stretto contatto con ospiti definitivi parassitati. Il cane, come è noto, può essere un eliminatore asintomatico che, tramite le proprie deiezioni espone l’uomo a rischio biologico ambientale. L’echinococcosi cistica non è solo una malattia infettiva di origine alimentare ma va anche considerata come una malattia dovuta al contatto mano-bocca. L’infezione nell’uomo avviene tramite le piccole uova del parassita (30 micron di diametro) che una volta ingerite si sviluppano formando delle cisti che possono localizzarsi e crescere lentamente nel corpo umano senza un esordio acuto dell’infezione”.

Che incidenza ha l’echinococcosi cistica?

“È una malattia prioritizzata dall’OMS poiché rappresenta un importante problema di sanità pubblica globale con un forte impatto sociale ed economico. Un recente studio condotto in Europa ha identificato circa 65mila infezioni umane negli ultimi 25 anni. Lo stesso studio ha messo in evidenza l’Italia come uno dei paesi europei con il più alto numero di infezioni, ripotando nel periodo considerato 15mila casi che hanno generato 25mila ospedalizzazioni. La diagnosi nell’uomo si basa principalmente su tecniche per immagini (ecografia, TAC ed RMN). La conferma laboratoristica può avvenire principalmente tramite l’identificazione molecolare degli acidi nucleici (DNA) o l’identificazione al microscopio di strutture tipiche del parassita (presenza protoscolici o parti di esso)”.

Quali sono le precauzioni più importanti che possiamo mettere in atto per il raggiungimento della sicurezza alimentare tra le mura domestiche?

“È bene focalizzare l’attenzione sulle azioni di igiene giornaliera, come il lavaggio della frutta e verdura da consumare crude o il lavaggio delle mani. Quest’ultima è un’azione non sempre scontata perché eseguita spesso in maniera frettolosa e non sempre prima del pasto o di una merenda, in particolare durante una gita in campagna o una visita in fattoria didattica durante la quale si è venuti sicuramente a contatto con dei cani o si è svolta attività didattica nell’orto”.

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