Gli stampi da forno e gli altri prodotti in silicone destinati al contatto con gli alimenti sono privi di una normativa che ne garantisca la sicurezza d’uso. Una lacuna da colmare urgentemente, come dimostra un test su 44 prodotti condotto da 10 membri del BEUC, la federazione europea delle associazioni dei consumatori. (fonte Gift)

Teglie e stampi in silicone, leggeri e antiaderenti

Il silicone è largamente diffuso tra gli utensili di cucina, in virtù della sua leggerezza e dell’antiaderenza ai cibi grassi.

Simile alla gomma, questo polimero è costituito da singoli elementi, noti come silossani. Durante il processo di produzione, vengono utilizzati additivi come plastificanti o coloranti per ottenere funzioni specifiche, ad esempio flessibilità o colore.

I rischi chimici

I rischi chimici degli utensili in silicone derivano dalla presenza nel prodotto finito di vari composti volatili, utilizzati come materiali di partenza o formatisi come sottoprodotti durante il processo di polimerizzazione.

Un trattamento di post-polimerizzazione potrebbe impedire la migrazione negli alimenti di tali composti chimici. Tuttavia, a causa dell’onerosità del processo (altamente energivoro) non tutti i produttori di MOCA in silicone vi ricorrono.

Tre silossani altamente problematici

Alcune sostanze chimiche, anche notoriamente nocive per la salute, vengono trasferite dall’utensile al cibo. Il rischio di migrazione peraltro aumenta proprio nelle comuni condizioni di impiego di teglie e stampi da forno in silicone: temperatura elevata, microonde, riutilizzo a lungo termine.

La conoscenza della complessa miscela di sostanze chimiche che migrano dai materiali siliconici e i suoi effetti tossicologici per ingestione a lungo termine è ancora scarsa.

È certa la pericolosità di tre silossani (D4, D5 e D6), sospettati di interferenza endocrina e reprotossicità, nonché persistenti nell’ambiente e pertanto classificati come sostanze estremamente problematiche (substances of very high concern, SVHCs) ai sensi del regolamento REACH.

Il test sugli stampi da forno

Il test sugli stampi da forno ha interessato 44 prodotti acquistati in Europa in punti di vendita fisici o online da 10 associazioni di consumatori membri di BEUC. Oltre all’italiana Altroconsumo, hanno partecipato Deco (Portogallo), dTest (Repubblica Ceca), Forbrugerrådet TÆNK (Danimarca), Organización de consumidores y usuarios (Spagna), Sveriges Konsumenter (Svezia), Test-Achats/ Test-Aankoop (Belgio), UFC- Que Choisir (Francia), Verein für Konsumenteninformation (Austria) e Zveza Potrošnikov Slovenije (Slovenia).

Il lavoro, coordinato dall’International Consumer Research and Testing (ICRT), ha simulato l’uso comune di questi MOCA, impiegandoli tre volte per cuocere alimenti grassi e oleosi a temperature elevate.

Le analisi

I campioni sono stati valutati in base a tre criteri ispirati in parte dal regolamento sui MOCA in plastica:

1 – quantità di composti volatili rilasciati durante la terza prova di migrazione. Il giudizio varia dal verde per una migrazione <10 mg/kg), giallo (10-30 mg/kg) o rosso (>30 mg/kg),

2 – stabilità del materiale. Ripetuto tre volte, il test misura la quantità di composti volatili rilasciati tra la prima e la terza prova di migrazione,

3 – sostanze problematiche rilevate nel terzo test di migrazione.

Il risultato

Solo 7 campioni (16%) hanno ricevuto una valutazione verde poiché nel complesso la quantità di composti volatili rilasciati era bassa (<10 mg/kg), e decrescente tra la prima e la terza migrazione. Inoltre, nell’analisi di questi prodotti non sono state rilevate sostanze problematiche.

10 campioni (23%) sono stati bocciati per l’elevato rilascio complessivo di composti volatili  (>30 mg/kg) o l’aumento della quantità di tali composti rilasciati tra il primo e il terzo test di migrazione, segno di scarsa stabilità del materiale, inidoneo all’uso ripetuto. Tra questi, si segnalano due prodotti acquistati su Amazon che hanno superato il limite di migrazione complessivo di 60 mg/kg stabilito nel regolamento sulle materie plastiche.

27 campioni (61%) sono stati classificati ‘giallo’, per la modesta quantità di sostanze migrate (10-30 mg/kg).

Sostanze da bandire

In 36 dei 44 stampi da forno in silicone analizzati è stata accertata la migrazione negli alimenti di sostanze preoccupanti. Vale a dire i tre silossani già citati e altri ciclosilossani.

In alcuni campioni, l’analisi ha rilevato sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR) o sospettate di alterare il sistema endocrino, come il benzofenone o il dibutilftalato.

Le quantità misurate sono sempre basse. Ma l’ingestione di piccole dosi di sostanze tossiche ripetuta nel tempo suscita timore.

Informazioni insufficienti

Altro difetto evidenziato dal test è una etichettatura insufficiente, ambigua o mancante in merito

  • alle istruzioni per l’uso corretto del prodotto, talvolta veicolata con pittogrammi stampati nello stesso colore e pertanto illeggibili,
  • ai dati identificativi del produttore.

Due stampi da forno in silicone acquistati su AliExpress e su Wish non fornivano alcuna istruzione d’uso, mentre la maggior parte dei campioni acquistati sui marketplace online non includeva i dettagli di contatto del produttore, rendendo così impossibile per i consumatori e le autorità di contattare l’azienda responsabile nel caso di una denuncia.

Le richieste di BEUC

Alla luce dei risultati del test, il BEUC raccomanda di

  • sviluppare senza indugio severe norme UE per i siliconi e tutti i materiali non plastici a contatto con gli alimenti,
  • considerare egualmente la migrazione per le sostanze chimiche aggiunte intenzionalmente e non intenzionalmente, e ridurne i limiti legali,
  • chiarire gli obblighi informativi delle etichette dei MOCA e prevedere campagne di sensibilizzazione anche per i consumatori, affinché siano consapevoli dei rischi correlati all’uso scorretto dei prodotti,
  • introdurre nuovi strumenti per il controllo delle vendite online (gli stampi da forno acquistati su AliExpress o Amazon sono stati tra i peggiori del test). E includere l’obbligo per i marketplace online di verificare l’identità della persona responsabile dei prodotti venduti sui loro siti prima che i prodotti vengano immessi sul mercato.

Share this content: